PRESTAZIONI ASSISTENZIALI
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Accoglienza e Vivere bene
Dal latino “AD e COLLIGERE”, accogliere significa “cogliere, raccogliere insieme”; al CSO ci raccogliamo e ci stringiamo intorno alla gioia e alla sofferenza dell’altro assecondando un sentire solidale e umano che mette al centro la persona con le sue sempre uniche e molteplici sfaccettature; ci uniamo alla parte più delicata di chi ci sta di fronte, consapevoli che solo l’accoglienza autentica crea relazione di cura.
Noi operatori del CSO siamo convinti che accogliere significhi tendere entrambe le mani a chi affronta il più destabilizzante ed importante cambiamento di vita; a chi, in definitiva, incontra la sua più profonda paura e vulnerabilità.
Il sorriso aperto e sincero è per noi il primo e più efficace atto di cura.
Accogliere per noi del CSO significa spostarsi un po’ più in là e fare spazio a chi chiede di percorrere un tratto del suo cammino accanto a noi.
Per accogliere si apre sempre una porta, si tende sempre una mano, si offre sempre l’angolo migliore della propria casa.
Accogliere significa esserci, stare e percepire sinceramente l’esigenza dell’altro, in definitiva di chi, in quel preciso momento, è fratello e compagno di viaggio.
C’è vera accoglienza solo quando si fa spazio dentro di noi per ospitare il sentire dell’altro; c’è accoglienza solo quando ci si posiziona alle spalle del nostro utente, ma abbastanza vicini a lui per potere udire chiaramente la flebile voce del suo dolore.
Siamo sinceramente convinti che “l’accogliere” implica responsabilità e disponibilità incondizionata; accogliere significa accettare di viaggiare accanto a chi ha bussato alla nostra porta, vicino a chi si è fidato di noi tanto da chiedere il nostro aiuto.
Autodeterminazione
Stabilire in piena libertà i propri punti di riferimento sulla carta topografica della vita è indispensabile per essere pienamente se stessi e non perdere la rotta.
Al CSO il principio di autodeterminazione assume dunque un valore assoluto e si fa garante di libertà, autonomia e competenza.
Il CSO dedica alta soglia d’attenzione ai concetti di “libertà”, “scelta consapevole” e “autodeterminazione”, ritenendo che per garantire un’autentica dignità di vita l’uomo debba conservare fino all’ultimo giorno il diritto alla tutela della propria identità e della propria integrità psicofisica.
È facile intuire come, assecondando quest’ottica, il nostro residente non rischi mai di subire azioni e volontà coatte da parte di terzi, bensì sia sempre libero di autodeterminarsi in quanto degno depositario di saggezze e conoscenze che lo rendono capace di scelte consapevoli.
Contenzione zero
Nel totale rispetto della intrinseca e dinamica natura dell’uomo, il CSO si fa paladino di un principio inviolabile che riguarda la “non contenzione” dell’ospite.
La libertà dalla costrizione è pratica consolidata da tempo presso il CSO, il quale grazie alla attenta e premurosa presenza di personale qualificato, sostituisce la contenzione meccanica con una relazione rassicurante e continua.
Il residente, dunque, in alcun modo vede violata la sua libertà individuale anche in caso di grave disabilità psicofisica.
La filosofia di cura del CSO rifiuta a priori l’anti terapeutica e non sanitaria pratica della contenzione, ritenendo inderogabile e di grande valenza etica il concetto di rispetto della dignità e libertà totale dell’essere umano.
La “contenzione zero” è possibile e lo dimostra la realtà del CSO ove per credo e filosofia di cura l’ospite non subisce in alcun modo trattamenti umilianti e degradanti, di cui anche la comunità scientifica ha dimostrato ampiamente l’inutilità ed anzi, l’aggravamento dell’agitazione psicomotoria.
Dolore
Il dolore presenta tante declinazioni quanti sono gli esseri umani sulla Terra.
Un’assistenza mirata, oculata, centrata sulla persona non può a nostro avviso prescindere dall’attenzione al dolore e a tutte le implicazioni che esso comporta nell’intera sfera olistica di cui l’uomo è composto.
L’estrema e sacra soggettività del dolore implica la messa in atto di una cura che tenga conto degli aspetti fisici, mentali, morali e sociali dell’essere umano.
Come ormai assodato dalle moderne scienze cognitive, il dolore non è più riconducibile al solo, pur non trascurabile, confine fisico, bensì investe la persona nella sua totalità travolgendo inesorabilmente l’equilibrio mentale, emotivo, spirituale raggiunto.
Al CSO personale altamente qualificato ed esperto si pone il primario obiettivo di fare fronte al dolore facendosi carico di ogni risvolto dello stesso.
Consci del fatto che il primo passo per migliorare la sofferenza di un individuo è quello di alleviare il suo dolore, al CSO ci si prodiga in ogni modo al fine di rendere più gestibile e sopportabile la sofferenza considerata nel senso più ampio e profondo del termine.
Il confronto con il dolore, di qualunque tipo esso sia, non lascia mai indifferenti e nell’atto più profondo di cura nessuno darà senza ricevere.
Cure palliative
Priorità del CSO è quella di offrire e sostenere la migliore qualità di vita possibile, dall’ingresso in istituto sino allo scemare dell’esistenza terrena, valorizzando e preservando le singolari risorse di ogni residente.
Controllare il dolore, alleviarlo, prevenire ove possibili sofferenze e complicazioni con ogni mezzo a disposizione è imperativo della nostra filosofia di cura.
“I care for you”, “mi occupo di te”, “tu sei importante per me”.
Palliative care rappresenta l’innovativo e già attuale progetto che il CSO realizza per alleviare il dolore e per sostenere dignitosamente l’ospite verso il fine vita grazie all’azione concertata tra personale appositamente formato ed il resto dell’equipe medico-infermieristica.
Trovare un’equipe formata, preparata e pienamente consapevole dell’attenzione particolare che va garantita all’ospite ed ai suoi parenti dolorosamente coinvolti in tale frangente è privilegio di pochi.
Al CSO operatori appositamente formati si occupano da anni del progetto di “Palliative Care” preposto a lenire, sostenere e confortare l’utente nei sintomi della sua malattia cronica e proprio nell’ultimo tratto di vita.
Progetti
Raccogliendo i bisogni dei residenti delle nostre due sedi e con l’obiettivo di tradurre nella pratica la filosofia delle cure del nostro istituto, al CSO sono in corso diversi progetti.
- Le Cure Palliative: “Il Piano di Accompagnamento (PdA), cure palliative e pianificazione anticipata”
- Progetti socio-educativi per residenti Psico-Geriatrici: “La Psico-Geriatria nelle Case per Anziani: qualità ed ottimizzazione della presa a carico interdisciplinare”
- Vacanze dei residenti: “Il CSO al mare”
- La relazione ed il tempo: “Ascolto Attivo del Residente al CSO”
Filosofia delle cure CSO
Ogni persona anziana che fa il suo ingresso al CSO è unica, con un percorso di vita significativo che costituisce la sua ricchezza individuale. Appartiene ad un contesto di vita preciso: familiare, affettivo, economico, sociale e religioso che la contraddistingue.
Vive una quotidianità che è frutto del suo passato, condizionata a volte dalle aspettative sul suo futuro.
Il momento dell’ingresso in casa per anziani è molto delicato.
La persona spesso non sceglie in modo autonomo di lasciare la propria casa ed i propri affetti, per affidarsi alle cure di persone a lei sconosciute. Al CSO si cerca di dare un senso profondo al momento dell’accoglienza, donando un significato particolare alla presenza dell’altro. Diventa di fondamentale importanza gettare le basi per la costruzione di una relazione di cura sincera, basata sulla fiducia.
Un’attenzione particolare viene rivolta anche all’accoglienza dei famigliari, risorsa fondamentale per la costruzione di un’alleanza terapeutica orientata al benessere del residente. Alla base della filosofia di cura del CSO c’è il “vivere bene del residente”, come nella propria casa. Questo obiettivo può essere raggiunto solo con una pianificazione di cura attenta, mirata ed individuale, che tenga conto di tutte le reali capacità e possibilità del residente, nonché delle sue abitudini e di tutti gli aspetti culturali che lo caratterizzano.
Concetto di cure palliative al CSO
PERCHÉ INTERESSARSI ALLE CURE PALLIATIVE
Come già espresso all’interno della filosofia delle cure del CSO, i focus sui quali l’organizzazione e i curanti concentrano i propri sforzi per garantire qualità di vita a tutti i residenti delle due sedi sono: l’accoglienza, il “vivere bene del residente”, l’erogazione di cure di qualità, il concetto di “zero contenzione”, la gestione del dolore e le cure palliative. Questo documento ha l’obiettivo di chiarire cosa si intende al CSO per cure palliative, in un tempo in cui, anche in seguito al progetto interno “l’accompagnamento alla morte nel progetto di vita” tale posizione è sempre più marcata ed ha un ruolo rilevante nella garanzia di tutti gli altri focus sopracitati in quanto l’approccio palliativo, come verrà illustrato di seguito, segue una traccia parallela alle cure geriatriche e fa parte delle cure somministrate ad ogni residente sin dal suo ingresso.
Le cure palliative sono infatti destinate al trattamento di patologie croniche evolutive, proprio come le cure geriatriche e si distaccano dal modello biomedico, come dichiarato anche all’interno della strategia cantonale e del Manuale di Medicina Palliativa cui siamo tenuti fare riferimento; l’obiettivo delle cure erogate non è più la guarigione della persona assistita e la risoluzione della malattia bensì il controllo della stessa attraverso la miglior gestione possibile dei suoi sintomi.
Filosofia delle cure CSO
Ogni persona anziana che fa il suo ingresso al CSO è unica, con un percorso di vita significativo che costituisce la sua ricchezza individuale. Appartiene ad un contesto di vita preciso: familiare, affettivo, economico, sociale e religioso che la contraddistingue. Vive una quotidianità che è frutto del suo passato, condizionata a volte dalle aspettative sul suo futuro.
Il momento dell’ingresso in casa per anziani è molto delicato. La persona spesso non sceglie in modo autonomo di lasciare la propria casa ed i propri affetti, per affidarsi alle cure di persone a lei sconosciute. Al CSO si cerca di dare un senso profondo al momento dell’accoglienza, donando un significato particolare alla presenza dell’altro. Diventa di fondamentale importanza gettare le basi per la costruzione di una relazione di cura sincera, basata sulla fiducia.
Un’attenzione particolare viene rivolta anche all’accoglienza dei famigliari, risorsa fondamentale per la costruzione di un’alleanza terapeutica orientata al benessere del residente. Alla base della filosofia di cura del CSO c’è il “vivere bene del residente”, come nella propria casa. Questo obiettivo può essere raggiunto solo con una pianificazione di cura attenta, mirata ed individuale, che tenga conto di tutte le reali capacità e possibilità del residente, nonché delle sue abitudini e di tutti gli aspetti culturali che lo caratterizzano.
Tutto il personale curante è orientato all’osservazione ed alla comprensione del residente, cosi da poterne valorizzare al meglio le risorse attraverso le attività di cura e massimizzarne l’autonomia il più a lungo possibile.
L’assistenza fornita dal personale curante del CSO ha l’obiettivo di rispondere in maniera adeguata ed individuale ai bisogni del residente.
Elementi fondamentali di cure di qualità sono la valorizzazione delle capacità attuali del residente ed il sostegno nelle attività della vita quotidiana che non è più in grado di svolgere in autonomia.
Parallelamente ed in relazione alle capacità cognitive del residente, viene promossa l’attività di educazione sanitaria e prevenzione della salute, così da stimolare il miglioramento o comunque il mantenimento di un adeguato stato di salute.
Il processo delle cure è costantemente orientato alla promozione della qualità nell’assistenza alla persona anziana.
Il progetto di cura è il risultato del lavoro d’equipe realizzato mediante lo strumento di valutazione RAI, unito alla professionalità del personale curante.
Questo permette di identificare bisogni e priorità del residente, individuare gli obiettivi di cura, pianificare interventi adeguati e di rivalutarli continuamente.
Ogni fase del processo viene discussa, concordata e condivisa dall’equipe curante in un contesto multidisciplinare.
Nell’ottica della garanzia del diritto di autodeterminazione, il CSO si impegna a creare le condizioni affinché il residente possa esprimersi sull’assistenza ricevuta e sulla qualità della sua vita in istituto.
In tal senso viene posta particolare attenzione alla corretta informazione sulle tematiche della fase terminale della vita, dell’accompagnamento alla morte, nonché alla discussione degli aspetti relativi alla libertà della persona e delle direttive anticipate.
Considerando aspetti sociali come l’invecchiamento demografico in atto e la multiculturalità del Cantone e della Confederazione, il CSO cerca di fare tutto il possibile per integrare una presa a carico adeguata alle specificità del residente in eventuali situazioni di crisi, attuando un adeguato sostegno psicologico e spirituale.
Al CSO la libertà personale dei Residenti non viene limitata.
Il CSO promuove un progetto chiamato “zero contenzione”; in quest’ottica nessun residente viene sottoposto a contenzione fisica. Eventuali uniche misure restrittive della libertà di movimento del residente (spondine al letto), vengono attuate solo in caso di stretta necessità per preservare l’incolumità del residente, discusse nell’equipe multidisciplinare, concordate con l’utente e/o con la persona di riferimento. Questa misura restrittiva è comunque attuata unicamente per brevi periodi, continuamente rivalutata e rimossa il prima possibile.
Sia i residenti che i familiari vengono informati dal Direttore sanitario della filosofia del CSO riguardo la contenzione.
In alternativa, per ridurre il rischio di caduta, il personale curante opera al fine di rafforzare le capacità deambulatorie dei residenti e di migliorarne l’equilibrio, in collaborazione con fisioterapista ed ergoterapista; si adopera inoltre per effettuare delle scelte nutrizionali che ottimizzino le forze dei residenti.
Il dolore, acuto o cronico, riduce drasticamente la qualità di vita delle persone.
Il CSO utilizza dei protocolli per la rilevazione del dolore; questi vengono somministrati con regolarità ai residenti (inclusi quelli con deficit della comunicazione).
Anche in caso di dolore dubbio, l’equipe curante interagisce col medico al fine di trovare una soluzione adeguata e soddisfacente per il residente.
Al CSO la morte viene considerata come un evento naturale.
La persona anziana colpita da una grave malattia evolutiva o terminale, troverà al CSO un ambiente che la sosterrà e accompagnerà in una così delicata fase della sua vita, cercando di dare qualità e significato profondo fino alla fine.
Le cure palliative erogate in questo contesto hanno lo scopo di controllare il dolore, diminuire la sintomatologia e offrire conforto.
Accompagnare una persona verso la fine della vita significa dare ascolto, essere disponibili ed empatici, accogliere le paure del residente. Tutta l’equipe diventa parte attiva nel sostegno della persona morente e dei suoi familiari, tenendo conto dei bisogni specifici della persona, siano essi di natura fisica, psicologica o spirituale.
Concetto di cure palliative al CSO
PERCHÉ INTERESSARSI ALLE CURE PALLIATIVE
Come già espresso all’interno della filosofia delle cure del CSO, i focus sui quali l’organizzazione e i curanti concentrano i propri sforzi per garantire qualità di vita a tutti i residenti delle due sedi sono: l’accoglienza, il “vivere bene del residente”, l’erogazione di cure di qualità, il concetto di “zero contenzione”, la gestione del dolore e le cure palliative. Questo documento ha l’obiettivo di chiarire cosa si intende al CSO per cure palliative, in un tempo in cui, anche in seguito al progetto interno “l’accompagnamento alla morte nel progetto di vita” tale posizione è sempre più marcata ed ha un ruolo rilevante nella garanzia di tutti gli altri focus sopracitati in quanto l’approccio palliativo, come verrà illustrato di seguito, segue una traccia parallela alle cure geriatriche e fa parte delle cure somministrate ad ogni residente sin dal suo ingresso.
Le cure palliative sono infatti destinate al trattamento di patologie croniche evolutive, proprio come le cure geriatriche e si distaccano dal modello biomedico, come dichiarato anche all’interno della strategia cantonale e del Manuale di Medicina Palliativa cui siamo tenuti fare riferimento; l’obiettivo delle cure erogate non è più la guarigione della persona assistita e la risoluzione della malattia bensì il controllo della stessa attraverso la miglior gestione possibile dei suoi sintomi.
COSA SONO LE CURE PALLIATIVE AL CSO
L’ OMS ha definito le cure palliative come “un approccio atto a migliorare la qualità di vita dei malati e delle loro famiglie, che si trovano di fronte ad una malattia inguaribile, attraverso la prevenzione e il sollievo delle sofferenze ottenuti grazie ad una precoce identificazione, a un’accurata valutazione e al trattamento ottimale del dolore e degli altri problemi fisici, psicosociali e culturali” (citato in Borasio, 2015, p.61).
Il CSO si rivede all’interno di questa definizione, indirizzando i propri sforzi da parte di tutti i livelli verso “l’identificazione, un’accurata valutazione e il trattamento ottimale del dolore e degli altri problemi fisici, psicosociali e culturali”.
Essendo la nostra utenza composta da persone anziane e fragili, con ridotte funzionalità sia fisiche che cognitive ed affette da almeno una patologia cronica evolutiva e spesso soggette a polifarmacoterapia è bene prevedere di pianificare da subito un approccio palliativo preventivo attuando piccoli interventi finalizzati alla gestione dei sintomi e al raggiungimento del miglior stato di benessere possibile.
L’attenzione posta al dolore e agli altri sintomi invalidanti permette quindi una previsione e pianificazione dell’approccio palliativo che inevitabilmente dovrà essere messo in atto per garantire la miglior qualità di vita al residente. È nostro interesse che questo avvenga prima che il residente si trovi in una fase di accompagnamento a fine vita che prevede l’attuazione di cure palliative specifiche e non di un semplice approccio garantito invece in ogni fase di vita all’interno delle nostre strutture.
La pianificazione e l’analisi del tema anticipatamente rispetto l’inizio della fase di accompagnamento a fine vita assicura poi una presa a carico più mirata e soprattutto individualizzata, si tratta infatti di mettere in pratica il nurse advocacy e di tutelare l’autodeterminazione del residente. Attraverso il progetto introdotto recentemente si prevede infatti la somministrazione e compilazione del Piano di Accompagnamento (PdA) che permette di analizzare in equipe multidisciplinare e con il coinvolgimento di utenza ed utenza allargata non solo i temi previsti dai già esistenti modelli per le direttive anticipate ma di affrontare anche il tema sotto il punto di vista sociale e psicologico al fine di poter pianificare un approccio palliativo che affronti tutte le dimensioni che compongono la persona assistita.
Attraverso questo strumento, il piano di cure e l’attenzione ai temi di palliazione ed autodeterminazione il CSO identifica il proprio concetto di approccio palliativo in una presa a carico multidimensionale di ogni residente che inizia dal suo ingresso, fa parte del progetto di vita e mira al benessere culturale, sociale, famigliare, fisico, e psicosociale.
Per garantire un approccio multidimensionale il CSO organizza la pianificazione ed erogazione delle cure in modo interdisciplinare al fine di erogare cure che permettano di gestire le malattie croniche evolutive che affliggono la nostra utenza tenendo controllati sintomi invalidanti quali dolore, nausea, agitazione, ansia, dispnea, inappetenza e astenia al fine di garantire la maggior qualità di vita possibile ad ogni assistito. Ogni residente verrà quindi trattato in modo diverso, tenendo conto anche delle caratteristiche psicosociali e dei valori che lo identificano, assicurando la sua autodeterminazione.